Alla Cortese attenzione del Sindaco
del Comune di Gualdo Tadino
PROGETTO DI RECUPERO AREA ROCCHETTA
VALUTAZIONI GRUPPO “GUALDO CIVICA”.
Considerazioni generali
Prendiamo atto con soddisfazione che dopo le molteplici sollecitazioni, tra le quali le nostre iniziative dell’agosto 2014 e l’interrogazione del novembre 2014, siamo nelle condizioni di poter valutare una proposta presentata ufficialmente al Comune di Gualdo Tadino per il recupero dell’area della Rocchetta..
L’iniziativa che l’Amministrazione ha messo in campo attraverso la richiesta delle valutazioni sul progetto del recupero della Rocchetta, rese in forma pubblica dai vari soggetti interessati, ha ottenuto una serie di risposte che, in gran parte, muovono una serie di rilievi di carattere generale che toccano argomenti di ordine non sempre aderenti al contenuto del progetto stesso. Prevalgono , in alcuni casi, letture critiche sul soggetto proponente piuttosto che sulle norme che regolano l’uso delle acque o ci si perde alla ricerca di un presunto colpevole che ha causato il disastro. Diverse associazioni hanno già esposto le proprie posizioni e dalla lettura di queste se ne deduce una evidente condivisione di critica su questioni di base.
Comprensibile l’atteggiamento di cautela che emerge dalle letture dei documenti, frutto delle non sempre trasparenti relazioni tra esigenze aziendali e quelle della tutela dei beni e degli interessi comuni, comprensibile la lettura critica di un documento progettuale che porta il timbro di un’azienda con grandi interessi nella zona, comprensibile anche poter pensare che ci sia il vizio delle esigenze aziendali ad intorbidire la proposta.
Ad oggi tuttavia non c’è altra proposta concreta in campo, non c’è alcun documento da parte di soggetti terzi, pubblici o privati, che garantisca lo stesso interesse, non c’è traccia di finanziamenti dedicati al recupero funzionale di questa parte di territorio.
Sussiste invece la forte preoccupazione, stante la mancata rimozione delle cause che hanno determinato tale situazione, sull’eventualità che tali fenomeni si ripetano. Tale circostanza vale per tutto il territorio conseguente all’assoluta mancanza di interventi ed ancor di più per l’area della Rocchetta, in quanto già profondamente devastata.
Non possiamo dimenticare che dall’undici novembre 2013 le Fonti della Rocchetta rappresentano un elemento di grande responsabilità che grava su chi ha il compito di governare la città e che i gualdesi aspettano che gli impegni presi, da tutti i soggetti politici che hanno partecipato alla competizione elettorale, vengano onorati.
Per questo vogliamo provare a leggere questa iniziativa come se fosse un intervento fine a se stesso, senza condizionamenti di altro genere.
Vogliamo provare ad uscire dallo schema di lettura che si ferma alla sola valutazione del fatto che la Rocchetta lo fa per il solo interesse aziendale.
Cucinelli che ha ristrutturato l’Arco Etrusco a Perugia, ne trarrà certamente un vantaggio in termini di immagine, ma nessuno gli ha impedito per questo motivo di farlo. A Roma il Colosseo è stato oggetto di un intervento conservativo sponsorizzato che porterà vantaggi alla ditta ma nessuno si è scandalizzato!
Questi due interventi citati, però, sono stati realizzati nel rispetto delle esigenze di tutti ed è questo l’elemento centrale che dovrebbe sempre caratterizzare il ripristino di un luogo simbolo per una città.
Valutazioni sulla proposta progettuale
Vogliamo innanzitutto dire chiaramente che siamo soddisfatti che ci sia un progetto, siamo contenti che vi sia una manifesta volontà di intervenire in quell’area con un finanziamento importante, siamo altresì convinti che questo possa essere un’oggettiva opportunità per ridare la giusta fruibilità e valorizzazione all’intera area.
In via preliminare riteniamo che si debba superare il problema della sicurezza dell’area. Come noto la parte rocciosa sovrastante la zona è stata oggetto di consolidamenti importanti , ma che non garantiscono la sicurezza dell’intera area.
Al momento non è dato conoscere le reali possibilità da parte della Regione Umbria di estendere queste protezioni sull’intero costone, riteniamo quindi necessario che l’Amministrazione Comunale attivi una stretta collaborazione con la struttura Regionale affinché, come già fatto in altre situazioni simili, l’intera zona venga dotata di apposita segnaletica che metta in evidenza il grado di rischio attraverso la gradazione cromatica .
Nelle zone ad alto rischio, aree rosse, sarà vietata la fruizione e ovviamente la realizzazione di infrastrutture. Nelle zone a medio rischio, aree gialle, potranno essere collocati i parcheggi o altre infrastrutture. Nelle aree verdi a basso rischio si concentreranno le zone di fruizione, fontane, giochi ecc. riteniamo importante segnalare che un’iniziativa in questo senso era stata già intrapresa dall’ex Assessore all’Ambiente.
Sul profilo generale la proposta che abbiamo avuto modo di valutare contempla diversi elementi di interesse e, a partire dalla vecchia area di insediamento industriale, propone interventi con gradazione di fruibilità decrescente. In particolare risulta evidente la volontà di contenere tutto il traffico veicolare all’altezza del vecchio opificio consentendo l’accesso alla restante area solo a piedi. Questo elemento rappresenta una limitazione eccessiva stante la possibilità di accedere al livello superiore oggi occupato da un’area verde semi attrezzata.
Il riportare alla luce l’alveo del torrente è certamente una soluzione non rinunciabile così come la definizione di un piano di scorrimento calibrato in funzione della portata. Ma non si potrà rinunciare ad una adeguata viabilità che è alla base del corretto e sostenibile uso delle risorse silvo pastorali presenti.
Quindi si dovrà porre maggiore attenzione nel definire gli spazi dedicati al fiume che dovrà convivere con la viabilità di esercizio necessaria per la manutenzione delle opere di presidio e dei boschi. Sulle grandi aree boscate c’è stata poca attenzione quando , a detta degli esperti, in realtà sono state concausa dei danni rilevati. La mancata esecuzione di lavori forestali indispensabili in un percorso di trasformazione del tipo di governo in atto e previsti nel piano di gestione in essere, ha determinato la naturale selezione e il susseguente disseccamento di soggetti sottomessi. La massa di rami tronchi foglie ha rappresentato un ostacolo al deflusso e ha facilitato gli ingorghi. Va quindi estesa la zona di interesse includendo anche le aree boscate sulle quali, con i dovuti criteri e nel rispetto delle norme, si dovrà concludere la fase di assestamento senza sottovalutare il grande potenziale che è rappresentato dalla possibilità di esercitare l’uso civico del legnatico.
Riteniamo assolutamente necessario che nel progetto di recupero venga inserito il ripristino del sentiero che collega l’area delle nuove fonti con il Passo della Sportola ( comunemente detto “ Buca de Biagio”) in quanto i danni dell’alluvione ne hanno determinato il totale dissesto determinando, di fatto, l’impossibilità a garantire le azioni di manutenzione dei boschi oltre che la possibilità di accedere all’area in caso di incendio.
Sull’uso civico va aperta, giustamente, una adeguata parentesi. Non è in discussione il fatto che qualsivoglia interferenza con tale istituto vada gestita attraverso gli organi preposti, ufficio usi civici regionale in primis il quale, a nostro avviso dovrebbe finalmente farsi carico di assumere decisioni chiare rispetto ad una vicenda nella quale l’Amministrazione Comunale non ha mai agito senza attenersi alle indicazioni della Regione.
Ma questo intervento nulla ha a che fare con questioni pregresse sulle quali ci sono iniziative e verifiche in corso. Quindi è certo che la proposta debba avere l’avallo degli organi preposti alle valutazioni ma solo per quello che riguarda gli interventi inseriti nel progetto, non potrà essere questa la sede di rivendicazioni pregresse.
Le giustificabili richieste di tutela delle aree a rischio, soprattutto quelle nelle prossimità dei pozzi esistenti, non potranno essere poste quali esigenze prioritarie sulle quali basare limiti e porre divieti.
Su queste aree norme specifiche stabiliscono superfici, distanze e pertinenze che andranno rispettate senza seguire le preoccupazioni che spesso portano ad eccessi di limitazioni.
Il Gruppo Consigliare “Gualdo Civica” valuta positivamente l’iniziativa ma chiede che il confronto aperto in questa sede preliminare possa continuare anche in fase di stesura degli esecutivi e che comunque prima di una qualsiasi approvazione si preveda un percorso di verifica sul recepimento delle numerose istanze pervenute.
Gruppo Consiliare “ Gualdo Civica”
Interessanti e pertinenti il vostro modo di paragonare l’area alluvionata oggetto della discussione con l’Arco Etrusco di Perugia ed il Colosseo e le conclusioni che ne traete.
Interessanti anche le vostre osservazioni in merito a questi 2 interventi che usate come termine di paragone con l’area alluvionata oggetto della discussione e che cito testualmente: “Questi due interventi citati, però, sono stati realizzati nel rispetto delle esigenze di tutti ed è questo l’elemento centrale che dovrebbe sempre caratterizzare il ripristino di un luogo simbolo per una città.”
Addirittura direi che la vostra frase da me citata rappresenta la frase chiave per il ripristino in oggetto!!!
A tale questione si ricollegano, infatti, queste altre vostre frasi che cito nuovamente testualmente: “Le giustificabili richieste di tutela delle aree a rischio, soprattutto quelle nelle prossimità dei pozzi esistenti, non potranno essere poste quali esigenze prioritarie sulle quali basare limiti e porre divieti. Su queste aree norme specifiche stabiliscono superfici, distanze e pertinenze che andranno rispettate senza seguire le preoccupazioni che spesso portano ad eccessi di limitazioni.”
Da tali frasi, infatti, la mia preoccupazione: L’intervento proposto da Rocchetta S.p.A. è più volto a salvaguardare i suoi interessi o quelli della comunità come nel caso dell’Arco Etrusco di Perugia e del Colosseo?
Assolutamente vera l’osservazione che ad oggi nessuno, oltre Rocchetta s.p.A., si è fatto avanti per ripristinare l’area alluvionata oggetto della discussione.
Ma la domanda, ora, è: Rocchetta S.p.A. è l’unica realtà del Comune di Gualdo Tadino che, potenzialmente, ha 5 milioni di euro da “buttare” nel ripristino dell’ area alluvionata oggetto della discussione?
Infine, sono interessanti anche le osservazioni che fate sugli Usi Civici, l’Ufficio Usi Civici Regionale ed il comportamento in merito dell’amministrazione Comunale rispetto alle indicazioni della Regione.
Da tali osservazioni, infatti, ecco un’altra domanda: Cosa succederebbe, anche a livello economico e non solo gestionale, se si facessero rispettare i vincoli di Uso Civico e di Proprietà Collettiva (di quet’ultima voi non avete, forse giustamente, parlato) tirati fuori dalla Comunanza Agraria Appennino Gualdese?