I video degli “Antichi Sapori Umbri”
- Il canto della Passione di Cristo o L’orologio della Passione
- Il Maggio
- La Pasquella
- La Pasquella della classe 1946
“Il canto della Passione di Cristo” o “L’orologio della Passione”
Video di Riccardo Serroni
E’ popolarmente conosciuto come il “Canto della Passione di Cristo”, anche se la sua denominazione ufficiale è “L’orologio della Passione”.
La scansione delle strofe che si succedono è, infatti, suddivisa dalle ore: dal “Preparati all’un’ora/ quest’è l’ultima cena.” della prima, al “Alle ventiquattrore/ Gesù al sepolcro andò” della penultima. Questo canto popolarissimo, scritto da un anonimo e le cui origini si perdono nelle veglie penitenziali del Medioevo, è conosciuto in tutta l’Italia centrale con versioni diverse. Essendo un canto tramandato per secoli soltanto oralmente, anche tra paesi vicini può essere interpretato in maniera difforme. In Umbria fino a quarant’anni fa c’erano diversi gruppi nei paesi che andavano questuando per le case cantando i momenti della passione di Cristo. E c’era anche un rituale ben preciso. Il gruppo cantante si esibiva seduto mentre la gente che ascoltava doveva rimanere in piedi o in ginocchio e con il cappello in mano, perché il canto aveva lo stesso significato di una preghiera. Oggi in Umbria i gruppi sono pochi e sono gli stessi che cantano la Pasquella ed il Maggio . Uno dei più attivi è quello degli “Antichi Sapori Umbri” che si esibisce a Cerqueto. Perché solo a Cerqueto? “Perché le case sono molte e non abbiamo il tempo di andare anche in altre zone” dicono i componenti del gruppo che può contare su tre cantori ed alcuni suonatori di fisarmonica, cimbalo, chitarra, triangolo e zighibibù. L’atmosfera che si crea è quella antica, anche se per ascoltare bisogna spegnere il televisore e nel canestro dei questuanti non ci vanno più uova e salami ma euro che il gruppo destina alla beneficenza. La riproposizione di questi canti tradizionali può anche costituire motivo di attrazione. In una domenica prepasquale a Spoleto si sono concentrati quattro gruppi (gli Antichi sapori Umbri, Il Mascherone di Spoleto e la Martinicchia e Controcanto delle Marche) che si sono esibiti in alcune chiese della città. La Domenica delle Palme una quarantina di gruppi, tra cui anche gli “Antichi sapori umbri”, si sono esibiti a Polverigi, un paesino marchigiano in provincia di Ancona, ed è stato uno spettacolo affascinante perché ognuno ha proposto la sua versione.
Riccardo Serroni
L’orologio della Passione
Prepàrati all’un’ora quest’è l’ultima cena e con faccia serena così Geoù parlò e con faccia serena così Gesù parlò → |
Disse sarò tradito disse sarò negato e Giuda disperato rispose io non sarò e Giuda disperato rispose io non sarò |
Alle tre i sacramenti istituisce allor e a lor tutti contenti ‘l suo corpo dispensò e a lor tutti contenti ‘l suo corpo dispensò |
Alle quattro si mosse con grande compassion alle cinque nell’orto il buon Gesù andò alle cinque nell’orto il buon Gesù andò |
Alle sei il Padre Eterno dal re dei cieli andò alle sette nell’orto la turba lo menò alle sette nell’orto la turba lo menò |
Alle otto una guanciata al buon Gesù toccò alle nove schiaffeggiato allor Giuda si turbò alle nove schiaffeggiato allor Giuda si turbò |
Alle dieci carcerato il buon Gesù andò quando che fu accusato suonava l’undicior quando che fu accusato suonava l’undicior |
Alle dodici Pilato le mani si lavò alle tredici di bianco vestiro ‘l salvator alle tredici di bianco vestiro ‘l salvator |
Alle tredici di bianco vesitro ‘l salvator con una canna in mano per dargli più dolor con una canna in mano per dargli più dolor |
Coronato di spine fu alle quindicior dalle tempie divine il sangue suo versò dalle tempie divine il sangue suo versò |
Legato alla colonna fu alle sedicior battuto e flagellato per Dio fu un gran dolor battuto e flagellato per Dio fu un gran dolor |
Alle diciassettore la penna sua adoprò per la brutta sentenza che al buon Gesù toccò per la brutta sentenza che al buon Gesù toccò |
I chiodi e i martelli per lui si preparò in croce il Redentore all’or diciotto andò in croce il Redentore all’or diciotto andò |
Alle diciannovore testamento donò Gesù pieno d’amore Giovanni a sé chiamò Gesù pieno d’amore Giovanni a sé chiamò |
Alle venti da bere chiedeva il salvator gustando aceto e fiele solo per ‘l peccator gustando aceto e fiele solo per ‘l peccator |
Suonando le ventuno la testa sua chinò quell’alma santa e pura all’Eterno Padre andò quell’alma santa e pura all’Eterno Padre andò |
Alle ventidueore la lancia lo passò con ferro e con parole la costola gli piagò con ferro e con parole la costola gli piagiò |
Alle ventitréore di croce lo levò Maria con gran dolore in braccio lo pigliò Maria con gran dolore in braccio lo pigliò |
Alle ventiquattrore Gesù al sepolcro andò solo per nostro amore e a tutti ci salvò solo per nostro amore e a tutti ci salvò |
Di sette giorni intanto Gesù risuscitò con gloria festa e canto all’eterno padre andò con gloria festa e canto all’Eterno Padre andò. |
” Il Maggio “
Video di Riccardo Serroni
“Il Maggio” è una simpatica manifestazione folcloristica gualdese, diffusa in quasi tutta l’Italia Centrale.
E’ una festa popolare che si tiene ogni anno nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio. Le radici di questa tradizione si perdono nella notte dei tempi, perché si intrecciano con le feste pagane in onore della primavera e, prima ancora, con i riti tribali osannanti al ritorno della buona stagione e al risveglio della natura.
“Il Canto del maggio ” ha come consuetudine che gruppi di “maggiaioli” partano a piedi nella notte del 30 aprile e passino di casa in casa, fino al mattino, per “cantar il maggio”, per cantare cioè un insieme di canti allegri, primaverili, di saluto, e canzoni d’amore, ricevendone buona ricompensa, soprattutto in denaro.
“La Pasquella “
Video di Riccardo Serroni
“La Pasquella” a Gualdo Tadino è una tradizione secolare ininterrotta, che ha luogo la vigilia dell’Epifania, con la quale vengono annualmente riproposti frammenti di cultura popolare che una volta rappresentavano l’essenza del mondo rurale, vere e proprie pillole di saggezza. Alla vigilia del 6 gennaio è da secoli usanza di diversi gruppi di andar la sera casa per casa cantando la pasquella. Generalmente l’organetto, la fisarmonica e la chitarra accompagnano il canto e, per ringraziare della visita e degli auguri di buona salute, la gente dona qualcosa: uova, vino, salsicce, polli, piccole offerte in denaro con i quali i cantori nei giorni successivi festeggiano tutti insieme.
Sandro Farinacci
La Pasquella
1
La Pasquella è già venuta
si rallegra il buon pastore,
sono arrivati gli ambasciatori
a portare questa novella.
Viva, viva la Pasquella e il Natale di Gesù
2
I re magi dall’Oriente
che si misero in cammino
per trovare Gesù Bambino
in quella misera cappannella.
Viva, viva la Pasquella e il Natale di Gesù
3
Sulle rive del Giordano
dove l’acqua si fece vino,
dove Pilato se lavò le mano
e la smarrita pecorella.
Viva, viva la Pasquella e il Natale di Gesù
4
Dico a voi, padron di casa,
quanti polli avete nel pollaio?
Ce n’avrete un centinaio:
date a noi una pollastrella.
Viva, viva la Pasquella e il Natale di Gesù
5
Da lontano l’abbiam saputo
che il maiale ammazzato l’avete,
un pezzetto ce ne darete,
purché n’empa la padella.
Viva, viva la Pasquella e il Natale di Gesù
6
Se ci date la farina
ci faremo i maccheroni
e per farli ancor più buoni
de formaggio una rotella.
Viva, viva la Pasquella e il Natale di Gesù
7
Se ci date qualche cosa
non ci fate più aspettare,
abbiamo tanto da camminare,
ce ne andremo via via.
Viva, viva Pasqua Epifania e il Natale di Gesù
Sul far della sera il 5 gennaio gruppi di giovani vanno cantando per le contrade gualdesi, la prima Pasqua di Gesù, l’Epifania.
La Pasquella della classe 1946
grazie grazie, mi avete fatto rivivere la mia infanzia a Gualdo , nato nel 1947 ,mi sono commosso poiché piccolo sentivo cantare questa canzone da dietro le finestre dell’ospedale Calai , ivi ricoverato per 40 lunghi giorni