Morroni: “C’era uno squilibrio di 2 milioni e 700 mila euro”. Riduzione dell’0,4 dell’Imu su immobili per attività economiche- Elevata a 13.500 euro la soglia di esenzione dell’Irpef- Invariate le tariffe dei servizi a domanda individuale-
Il gruppo Sandra Monacelli Sindaco ne ha fatto un punto di non ritorno: approvazione del bilancio entro agosto oppure non parteciperemo più ai consigli comunali.
E dopo ferragosto la giunta si è messa al lavoro ed ha predisposto il documento che interessa tutti noi cittadini. Perché il bilancio di previsione contiene i numeri che riguardano le entrate (le quali comprendono anche le tasse) e le uscite previste. Ai lavori di costruzione ha partecipato il Pdl, mentre Sms e Tupg hanno avviato il confronto sul documento già predisposto.
Senza entrare nei dettagli, ancora all’esame delle forze politiche e, quindi, suscettibili di qualche variazione, abbiamo chiesto al sindaco Roberto Morroni di illustrarci i contenuti fondamentali di questo bilancio.
Anzitutto una curiosità. Come mai si è arrivati a fine agosto per predisporre il bilancio di previsione?
“Quella dei tempi non è una volontà dell’amministrazione comunale ma è il risultato di una complessità dovuta anche alle incertezze a livello di politica nazionale. Tanto è vero che su scala nazionale soltanto una sparuta pattuglia di comuni si è avventurata ad approvare il bilancio di previsione in tempi antecedenti”.
Quali difficoltà avete dovuto affrontare nel predisporre il bilancio?
“Il lavoro di quest’anno è stato ancora più difficile e complesso degli anni passati. Anche quest’anno registriamo da parte del governo nazionale forti tagli sui bilanci dei comuni, compreso il nostro. Inoltre c’è il peso di alcune condizioni specifiche che gravitano intorno ai conti pubblici del nostro comune. Comunque nella giunta del 19 agosto abbiamo chiuso il bilancio ma prima di andare all’approvazione esecutiva abbiamo voluto attivare una intensa fase di partecipazione con i sindacati, le associazioni di categoria e le forze politiche. Ringrazio in modo particolare i sindacati e le associazioni di categoria perché li abbiamo sottoposti ad un tour de force con una serie di incontri per cercare di condividere il più possibile una serie di scelte ed il quadro di riferimento entro il quale ci dovevamo muovere per chiudere questo bilancio”.
Vediamo qualche numero. Il punto di partenza qual era?
“Il punto di partenza era uno squilibrio forte di circa 2 milioni e 700 mila euro che abbiamo dovuto colmare con una serie di scelte che si sono mosse lungo alcune linee direttrici”.
Quali?
“Intanto abbiamo proseguito un cammino già iniziato nel 2011 con la cosiddetta spending review, la riduzione della spesa. Abbiamo fatto scelte importanti che ci hanno consentito di risparmiare risorse in misura rilevante. E su questo fronte cominciano a dare frutti importanti anche alcune operazioni strutturali fatte negli anni passati come la reinternalizzazione degli accertamenti fiscali. Non abbiamo più gli oneri del pagamento ad una ditta esterna. Poi abbiamo proseguito sulla ricerca del risparmio nel consumo della energia elettrica, delle spese telefoniche, delle spese postali e così via”.
Ciò che interessa direttamente i cittadini sono le entrate perché riguardano tasse e tariffe. Cosa ci aspetta?
“Innanzitutto proseguiamo l’azione intensa sul fronte della riduzione dell’evasione fiscale già intrapresa dal 2011. Si evidenzia un livello di evasione nel pagamento dell’ICI e della Tarsu molto rilevante e questo non è tollerabile perché chiama in causa questioni di equità e di giustizia sociale oltre che le esigenze del raggiungimento del pareggio di bilancio. Nei due anni precedenti abbiamo recuperato circa 600 mila euro, prevalentemente sul fronte ICI. Quest’anno prevediamo un recupero di altri circa 500 mila euro dall’ICI e, soprattutto, dalla Tarsu che cominceremo ad aggredire con maggiore consistenza”.
Sul fronte tributario i cittadini non possono sperare in qualche riduzione?
“Abbiamo previsto una riduzione della pressione tributaria ed anche quest’anno, come l’anno scorso, abbiamo agito su due fronti.
Il primo fronte è il tessuto economico cittadino. Già dall’anno scorso introducemmo l’IMU per gli immobili utilizzati nelle attività economiche produttive al 9,3 anziché al 9,6 e quest’anno prevediamo un’ulteriore riduzione portandola all’8,9. Naturalmente solo per gli immobili effettivamente utilizzati escludendo anche le categorie C5, che riguardano le banche, ecc.
Il secondo fronte riguarda le famiglie più bisognose. Nel bilancio dell’anno scorso abbiamo fatto un’operazione molto importante innalzando l’area di esenzione dell’Irpef da 10.500 a 13 mila euro. Quindi a Gualdo Tadino, circa il 50% dei 10.921 contribuenti con un reddito inferiore a 13 mila euro non ha pagato l’addizionale comunale Irpef. Quest’anno abbiamo voluto innalzare ancora la soglia da 13 mila a 13 mila 500 euro. Per le entrate del comune sono circa 17 mila euro in meno che sommati ai 75 mila euro ipotizzati per la riduzione dell’Imu sugli immobili utilizzati per le attività produttive ci portano ad una riduzione delle entrate di circa 100 mila euro”.
[…] Il resto dell’intervista sul prossimo numero del Nuovo Serrasanta.
Riccardo Serroni