Se ne va dunque anche Don Jean Claude. Ci piace immaginare vederlo arrivare in una fredda, ventosa, sera d’inverno ed aggirarsi spaesato a Fossato Di Vico. Ai Carabinieri (al Maresciallo-Capo, Claudio Zeni), dai quali era già stato attenzionato per aver individuato un “sospetto” figuro in circolazione, disse: “Ancora non ho fatto niente”. Ai cittadini del piccolo municipio umbro che stava per accoglierlo: “Sono il nuovo abbronzato Parroco”. Pievano dal 2007, soleva ripetere: “Io sono di passaggio ma Fossato resta”. Sapeva di avere “un contratto a termine” (7/8 anni, ormai gira così) eppure ha profuso le sue migliori energie. Lo sapevamo anche noi, e cionnonostante ce ne dispiace, speravamo non dovesse finire mai! Nato in una terra lontana, il Togo, ha affrontato con personalità, impegno e sacrificio ogni tappa del suo percorso (da ultimo, Assisi/San Rufino, Nocera Umbra). Otto anni sono volati nella “culla dell’eolico”. Un periodo vissuto intensamente, con molte iniziative intraprese: dalla riapertura del complesso/oratorio di San Benedetto (dove ora si tiene il catechismo), alla “promozione” della Confraternita, al potenziamento del Centro Caritas, ai Campi-Scuola (Ussita, San Silvestro di Fabriano, etc.), alla Pastorale (Gruppi) per le Famiglie (come dimenticare Falcade, Dobbiaco e le Dolomiti, La Valle D’Aosta), alle Unità Pastorali (con Sigillo), alle partecipazioni alla “Scuola della Parola” e a tutti quei tentativi che, seppur a volte impopolari, rispondevano alla logica dell’obbedienza nei confronti del Vescovo. Tutto questo è stato ricordato Domenica 27 Settembre 2015, in una Chiesa di San Sebastiano, affollata, non gremita, con una cerimonia triste, quasi mesta, ma sincera, molto schietta e senza ipocrisie. Così Michele Farneti ha giustamente inteso rendere omaggio all’Uomo prima che al Sacerdote, alla sua autoironia, al suo notevole spessore culturale, ai suoi tentativi di scrollare una spesso sopita platea (proverbiali rimarranno i suoi “Ahò….E’ vero o no?” lanciati per suscitare riflessioni). Lo stesso Don Angelo Moriconi, con la filosofia di vita che gli appartiene, ha voluto rivolgere al suo successore nel ruolo parole che hanno inteso sdrammatizzare la situazione: “A forza di dire che eri di passaggio, profeticamente, a Passaggio Di Bettona sei finito”. –Un inciso: Sempre forte il novantenne, inamovibile, Don Angelo, un inguaribile ottimista; riesce a far sorridere anche nelle circostanze più difficili. Richiesto d’un parere su un suo improbabile trasferimento, esclama: “La mia futura sede? Lungo la Flaminia, a sinistra, dopo il bivio per Fabriano e prima del noto ristorante, tranne sperare nella dispensa divina”- Torniamo però a noi e alla Funzione Religiosa: con voce rotta dalla commozione si sono succeduti gli interventi del Sindaco, Monia Ferracchiato (“Mai venuti meno reciproca stima e analogo rispetto anche da visuali a volte differenti”) , di Angelo Mariani, Rita Rondelli ed altri, fra i quali quello dello stesso Comandante la Locale Stazione dei Carabinieri che ha raccontato di come anni fa, in missione nei Balcani, in uno sperduto villaggio del Kosovo, la notte di Natale, sentì forte il bisogno ed ottenne il conforto al telefono del Parroco (D. J.C.) per vincere la tremenda solitudine che l’aveva attanagliato. Ciò che restituisce un’immagine, una dimensione fortemente paterna del parroco e dell’uomo.
E’ vero…partire è un po’ morire! Deve andare il cinquantaquattrenne Parroco, chiamato da uno scatto, che in una missiva lo stesso Vescovo Domenico Sorrentino, definisce d’entusiasmo, a Passaggio Di Bettona, per diverse ragioni: “Non ultima la sua origine togolese, per dare un segnale inequivocabile, mentre in Italia si dibatte sull’accoglienza degli immigrati e affiorano inquietanti venature di xenofobia”.
Fosse solo per quello sarebbe estremamente riduttivo. E’ una promozione la sua: Don Jean Claude Hazoumè andrà a ricoprire l’incarico di Vicario Episcopale per la Pastorale. A breve, forse molto a breve, dovremmo/potremmo chiamarlo “Eccellenza”….eppure, ci mancherà. Ci mancheranno la sua energia, il suo coraggio, la sua Personalità, la sua cultura e sicuramente lo rimpiangeremo anche per non aver capito ed apprezzato appieno le sue scelte, quelle di un Padre per il bene dei suoi figli (Non affliggerti Don, non è stata cattiveria…è che siamo abitudinari, poco inclini ai cambiamenti).
Ultimo atto, scendono i titoli di coda, rimane tanta tristezza. Il tuo commiato Don Jean Claude non poteva essere indolore. Non potevamo vederti arrossire ma t’abbiamo visto piangere e hai fatto piangere anche noi. Non è una vergogna piangere. Tu sei un Uomo vero. T’abbiamo applaudito e ti applaudiremo ancora, se tornerai a Fossato, anche in altre vesti! I piacevoli ricordi di chi scrive e della sua famiglia, per aver condiviso un periodo di vita veramente bello, e l’orgoglio del Comune di Fossato di aver annoverato tra i suoi abitanti una Persona tanto bella e di valore, non potranno essere offuscati dallo scorrere del tempo e per sempre costituiranno un lustro ed un vanto.
Arrivederci caro Don Jean Claude e…non perdiamoci di vista! C’hai voluto bene e Ti vogliamo bene – Auguri per quanto di meglio tu possa desiderare!
Salvatore Nuti