I debiti fuori bilancio: approfondimento

I debiti fuori bilancio: approfondimentoIl mezzo vespaio che ha suscitato la decisione del commissario Grillo di non riconoscere i debiti fuori bilancio mi ha indotto ad approfondire un po’ di più la materia.
Ricordiamo che il commissario non ha riconosciuto i 106 mila euro dell’Esa e le altre richieste di pagamento avanzate da privati cittadini ma non suffragate da apposite delibere.
Abbiamo già detto che da che mondo è mondo i debiti fuori bilancio ci sono sempre stati. Ne hanno approvati in passato i consigli comunali sia nell’epoca dell’amministrazione Scassellati che dell’amministrazione Morroni (per non andare molto indietro). C’è anche una vasta letteratura sulla normativa che nel corso degli anni ha subito variazioni ed integrazioni.
Il Ministero dell’Interno ne dà questa definizione “…un’obbligazione verso terzi per il pagamento di una determinata somma di danaro che grava sull’ente (…..) assunta in violazione delle norme giuscontabili ( delibere) che regolano i procedimenti di spesa degli Enti Locali…”
I debiti fuori bilancio possono essere riconosciuti dal consiglio comunale con apposite delibere (“perché si sono perfezionati giuridicamente ma non contabilmente”) purché abbiano alcune caratteristiche, classificate come tassative dall’osservatorio della finanza locale del Ministero dell’Interno il 18/11/2008:
a) sentenze esecutive
b) copertura di disavanzi di consorzi, di aziende speciali e di istituzioni, nei limiti degli obblighi derivanti da statuto, convenzione o atti costitutivi, purché sia stato rispettato l’obbligo di pareggio del bilancio di cui all’art. 114 ed il disavanzo derivi da fatti di gestione;
c) ricapitalizzazione, nei limiti e nelle forme previste dal codice civile o da norme speciali, di società di capitali costituite per l’esercizio di servizi pubblici locali;
d) procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica utilità;
e) acquisizione di beni e servizi, in violazione degli obblighi di cui ai commi 1, 2 e 3 dell’art. 191 del Tuel, nei limiti degli accertati e dimostrati utilità ed arricchimento per l’ente, nell’ambito dell’espletamento di pubbliche funzioni e servizi di competenza.
Il commissario Grillo ha preferito non rivelare a quanto ammontano i debiti fuori bilancio e chi siano i creditori. Tuttavia sui social network hanno avanzato le loro giuste rivendicazioni alcuni nostri concittadini che hanno prestato la loro opera nell’estate gualdese. Prestazioni che si potrebbero configurare con il punto “e”. Ma siamo naturalmente nel campo delle opinioni.
Non ci fosse stato il commissariamento i debiti fuori bilancio sarebbero stati portati all’approvazione del consiglio comunale (i debiti dell’Esa erano inseriti nell’O.d.g dell’ultimo consiglio comunale mai riunitosi per le vicende che sappiamo). L’organizzazione di un concerto pubblico per movimentare l’estate ed attrarre turisti potrebbe avere i caratteri della pubblica utilità per l’Ente come immagine, promozione della città, e così via. La normativa specifica, infatti, che l’utilità non deriva soltanto da beni materiali.
Ma il commissario Grillo è arrivato due mesi fa e fra due mesi se ne andrà. Nessuno può fargliene una colpa se si limita ad ottemperare alle procedure derivanti da atti concreti come possono essere le delibere di giunta o del consiglio.
A questo punto i creditori rimarranno con un palmo di naso?
La normativa ha previsto questa possibilità indicando la strada da percorrere: “ il mancato, formale riconoscimento da parte del Consiglio produce la conseguenza prevista dall’art. 191 del T.U.E.L. n. 267/2000, per cui il rapporto obbligatorio intercorre, ai fini della controprestazione e per la parte non riconoscibile, tra il privato fornitore e l’amministratore, funzionario o dipendente che hanno consentito la fornitura in violazione delle norme sull’assunzione degli impegni di spesa”.
E la Corte Costituzionale ha previsto che funzionari ed amministratori possono richiedere,poi, risarcimento all’Ente se sussistono i presupposti precedenti mentre il privato può rivendicare il credito direttamente all’Ente quando il patrimonio del funzionario o amministratore non riesca a soddisfare la sua richiesta.

Riccardo Serroni

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3 risposte a I debiti fuori bilancio: approfondimento

  1. Riccardo scrive:

    Paolo, grazie al computer ho memorizzato tantissime informazioni, anche qualche ordine del giorno dei consigli comunali. Quindi ti assicuro che ho ritrovato ordini del giorno dei consigli comunali sia di quando amministrava Scassellati che successivamente con Morroni con all’O.d.G. l’approvazione di debiti fuori bilancio. Non ho documentazioni degli anni precedenti ma, a memoria, ricordo che ce ne sono stati. Bisognerebbe andare a ricercare tutti gli ordini del giorno ma a che pro? (Comunque se escludi il tuo periodo ne prendo atto, ci mancherebbe) . Quindi di per sé il debito fuori bilancio (naturalmente dipende di che genere) a mio avviso non è uno scandalo, anche se è una prassi irrituale e non corretta di operare che sarebbe meglio evitare.
    Ho approfondito l’argomento perché mi è stato chiesto cosa prevede la normativa in materia ed ho letto qualcosa. Ripeto che non conosco la natura dei debiti fuori bilancio non riconosciuti dal commissario (che è comprensibile che se ne sia lavato le mani; chi glie lo fa fare di assumersi certe responsabilità? ). Facendo riferimento alle richieste avanzate su questo sito dai musicisti Cavalieri e Provvedi ribadisco (è la mia opinione ma rispetto chi la pensa in maniera diversa, ci mancherebbe) che il consiglio comunale avrebbe potuto riconoscere i loro modesti compensi per eventi inseriti tra l’altro (mi sembra) nel programma dell’estate gualdese.
    In passato ci siamo permessi di pagare 10 milioni una stupida comparsata di Valeria Marini nei Giochi de le Porte (se non vado errato mi sembra questa la cifra di cui si parlava anche se non c’è stata mai l’ufficialità e non so chi l’abbia pagata in concreto). I soldi per Provvedi e Cavalieri mi sembrano, francamente, spesi meglio. Certo. I consiglieri l’avrebbero approvati sotto la loro responsabilità. E di fronte ad un eventuale ricorso alla Corte dei Conti non so quale sarebbe stato l’esito. In proposito riporto quanto leggo: “Per la natura peculiare dei servizi normalmente erogati dagli enti territoriali, il momento essenziale dell’accertamento attiene alla dimostrazione dell’effettiva utilità che l’ente ha tratto dalla prestazione altrui, che è un concetto di carattere funzionale, costituendo l’arricchimento un concetto derivato, teso alla misurazione dell’utilità ricavata. Al riguardo l’arricchimento non deve essere inteso unicamente come accrescimento patrimoniale potendo consistere anche in un risparmio di spesa (Cassazione Civile, Sezione I°, 12 luglio 1996, n. 6332).
    Ed ancora: “Al riguardo si ritiene che non siano normalmente riconoscibili gli oneri per interessi, spese giudiziali, rivalutazione monetaria ed in generale i maggiori esborsi conseguenti a ritardato pagamento di forniture in quanto nessuna utilità e arricchimento consegue all’ente, rappresentando questi un ingiustificato danno patrimoniale del quale devono rispondere coloro che con il loro comportamento lo hanno determinato”.
    A Galli rispondo che in ciò che scrivo metto nome e cognome e non faccio il megafono di nessuno. Tra l’altro non ho mai parlato con gli ex amministratori di questo problema e non so cosa ne pensano. Non sapevo nemmeno che esistesse prima che ne parlasse il dott. Grillo. Ho riportato una notizia avuta dal commissario nell’ultima conferenza stampa ed ho cercato di capirci qualcosa, com’è mio costume. Ho votato nelle amministrative dalla metà degli anni ’70 al 2009 (lo sanno tutti quelli che mi conoscono) per le liste della sinistra, ma non amo l’ipocrisia e ricordare che anche le amministrazioni passate (quasi tutte della sinistra) hanno approvato a volte debiti fuori bilancio è amore della verità. Io mi sforzo di fare informazione, anche al di là delle dichiarazioni ufficiali, anche se non sono perfetto e non sempre ci riesco.
    I commenti di chi è apertamente schierato da una parte o dall’altra fanno parte del tifo. Li rispetto ma sono altra cosa dall’informazione.
    P.S. Nell’articolo di approfondimento che ho scritto il passo più importante, a mio avviso, riguarda il diritto dei creditori di avere i loro compensi e l’iter che hanno la possibilità di seguire per far valere le loro ragioni. Chi ha lavorato ha il diritto di essere pagato.

  2. galli scrive:

    per verificare la tesi sostenuta da Serroni che “L’organizzazione di un concerto pubblico per movimentare l’estate ed attrarre turisti potrebbe avere i caratteri della pubblica utilità per l’Ente” , Morroni chiedesse un quesito alla Corte dei Conti! Ma su, non scherziamo. Ci sarebbe da ridere se non si trattasse di tesi sostenute da uno (con il megafono del giornalista in questione) che vuole di nuovo candidarsi a governare

  3. Paolo Campioni scrive:

    Concordo perfettamente con chi mi ha preceduto. Voglio aggiungere che, come tutti sanno ho avuto incarichi di primo piano in passate amministrazioni insieme a uomini e amministratori fantastaci, per me un esperienza indimenticabile ed un onore vero, mai a mia memoria mi sono capitate situazioni come quella che Riccardo racconta come cosa “naturale di qualsiasi amministrazione”. Non ricordo di essermi trovato di fronte a spese non commissionate e non coperte da alcuna determina dirigenziale o da delibera di consiglio o di giunta, o comunque da una pezza d’appoggio di qualche ufficio. Però, vista l’età, mi riservo le cautele del caso e quindi chiedo a Riccardo di pubblicare in maniera franca e trasparente tutto ciò che è in suo possesso di quel periodo e che testimonia a favore della sua tesi, la quale altrimenti sembrerebbe di parte.

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