La crisi economica che ha investito il nostro territorio non mostra segni di miglioramento. Anzi, affiorano i segnali preoccupanti di un ulteriore peggioramento. Claudio Carini, artigiano della ceramica titolare della omonima azienda, aveva lanciato un Sos in occasione della Festa del ceramista. Oggi torna a far sentire la propria voce con questo documento:
“L’avevo già anticipato nel documento diffuso nel corso della festa del ceramista edizione 2014. L’azienda ceramiche Pimpinelli non riaprirà la produzione: cronaca di una morte annunciata nel silenzio assordante. Un’azienda con più di 50 anni di attività rischia di dissolversi nel nulla. Una cessazione che avrà come conseguenza una perdita di 15 posti di lavoro diretti e di altri 15 nell’indotto. I dipendenti sono stati messi in cassa integrazione ma difficilmente, dopo la fine della cassa integrazione, l’azienda sarà in condizione di riaprire.
Già la perdita di posti di lavoro è una perdita inaccettabile perché ricade direttamente con effetti nefasti sulle famiglie.
Ma ancor di più è il patrimonio che rappresenta l’azienda che verrà disperso in poco tempo tra esperienze, tecniche, processi e competenze delle maestranze e dei titolari.
Una perdita per il distretto e la perdita di un’ azienda che fa scuola.
Conseguenze che conosciamo bene perché ne abbiamo avuta prova nel passato recente con la chiusura della Noemi, che ha significato la perdita di 100 posti ( diretti e indiretti ) .
E se torniamo un po’ indietro nel tempo ci rendiamo conto che la stessa cosa è successa con La francescana, la Domus, Depretis ,ecc.)
Le domande che faccio sono sempre sempre quelle: è salvabile questo distretto? Se la risposta è positiva, lo vogliamo salvare e come lo vogliamo salvare?
Quali le soluzioni? Ci possono essere varie ipotesi, ma tutto parte dalle istituzioni. Devono essere esse a farsi garanzia per imprese e lavoratori.
Prospettive;
Una cosa è sicura: il made in italy avrà, a medio termine, un recupero importante, specialmente nel mercato interno dove avevamo perso il 70%. Ma anche nei mercati esteri (Usa, mercati orientali come Cina , Vietnam , ecc.) si prevede una ripresa. Ma per i mercati esteri bisogna essere molto forti , specialmente in campo finanziario. Noi non lo siamo, quindi è proprio necessario fare squadra tra aziende grandi, medie, piccole, anche di diversi settori ( arredo casa) .Ed anche perché in Italia si sono perse in 15 anni moltissime imprese E di conseguenza abbiamo perso molte maestranze qualificate..
È giusto aiutare a fare nascere le imprese e favorire l’occupazione giovanile, oltre a premiare le aziende che assumono a tempo indeterminato.
Ma per le aziende che hanno delle difficoltà e che non possono accedere a questi benefici, che si fa?
Sicuramente in tutto questo ci sono anche colpe nostre, ma soprattutto perché siamo troppo attaccati alle nostre imprese. Per restare in piedi abbiamo rischiato, per avere ordini abbiamo concesso credito a clienti non molto affidabili e ci siamo trovati a fare i conti con le insolvenze. Sicuramente abbiamo preso ordini anche sapendo che si perdeva. Ed avendo clienti mal pagatori siamo diventati anche noi mal pagatori.E questo, per le banche, è la nota peggiore . I nostri reiting passano da A a B , ecc. Questo vuol dire anche 7 punti del costo in più del denaro. Il costo sale anche per attivare la pratica. E quindi diventa impossibile accedere al credito, ai mutui e così via.
E non basta. Quando andiamo a scontare le fatture ci danno solo il 70 %, mentre il 30% ci viene accantonato.
Tutto ciò non riguarda solo la ceramica, ma tutti i settori.
Di fronte a questo scenario che è possibile fare?
Se si vuole mantenere quello che ancora abbiamo, bisogna fare una riga sul passato, rateizzando a lungo tempo (circa 20 anni) i debiti storici e bisogna aprire una nuova fase .
Questa nuova fase potrebbe prevedere finanziamenti a lungo termine e l’organizzazione di cooperative e gruppi di imprese, con il pubblico partecipe (vedi gepafin ) per le necessarie garanzie.
Sul piano operativo, per cominciare a fare un passo avanti verso un nuovo possibile futuro, credo sia urgente ed indispensabile che a livello istituzionale si organizzino degli incontri costruttivi da cui emerga la volontà di muoversi verso una direzione che sia in grado di salvare il salvabile di ciò che ancora tenacemente rimane.
Claudio Carini
artigiano ceramista ex presidente del Centro Ceramica Umbra“
Pare che l’amministrazione comunale abbia iniziato a parlare “incubatore di impresa”. Dopo sei mesi a forza di parlare di Start-up, finalmente allo sviluppo economico si stanno accorgendo che l’unica via occupazionale è quella di “creare impresa”. Non riescono ancora a pronunciare la parola “Start-up” perché per loro è tossica che puzza di destra e contagiosa come l’ebola.
Comunque, basta con le polemiche, che io chiamerei inviti e non polemiche, suggerisco all’amministrazione che a Gualdo ci sono già 4 incubatori di impresa e si chiamano Porta San Donato, Porta San Benedetto, Porta San Martino e Porta San Facondino… chi ha orecchi di intendere intenda. “https://www.facebook.com/fleafashionproject”