Il salvabanche, il gioco dell’uomo nero e un territorio umiliato

Il salvabanche, il gioco dell'uomo nero e un territorio umiliatoL’avete presente il gioco dell’uomo nero? O quello delle sedie musicali? “Il passatempo nel quale vince chi riesce a passare l’uomo nero al compagno giusto, o chi riesce a conquistarsi una sedia quando la musica smette di suonare. Questi giochi possono farsi con gusto e diletto, benché tutti i giocatori sappiano che l’uomo nero sta circolando o che quando la musica smette alcuni di loro si troveranno senza sedia.” Così il più autorevole economista del Novecento, John Maynard Keynes, parlava del grande gioco degli investimenti finanziari, nel quarto libro della Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta. Nel passaggio immediatamente precedente scriveva: “Lo scopo sociale dell’investimento consapevole dovrebbe essere di sconfiggere le forze oscure del tempo e dell’ignoranza che avviluppano il nostro futuro. Invece, lo scopo privato dei banchieri e dei più esperti investitori di oggi è to beat the gun come dicono gli americani, mettere nel sacco la gente, riuscire a passare al prossimo la moneta cattiva o svalutata”.
La vicenda dei piccoli risparmiatori gabbati da Banca Etruria, Banca Marche e dagli altri due istituti di credito “salvati” dal governo Renzi mi ha fatto tornare in mente quelle parole di Keynes.
Che l’etica non alberghi nel mondo delle banche e della finanza dovrebbe essere un dato assodato, ma nel caso in questione ci troviamo di fronte ad un imbroglio che va ben oltre un giudizio di immoralità, consueto per il mondo degli affari finanziari, e che chiama in causa diversi livelli di responsabilità, con conseguenze, probabilmente ed auspicabilmente, anche penali.
Lo scorso sabato a Gualdo Tadino, per esempio, chiunque abbia assistito all’assemblea dei numerosi piccoli risparmiatori che con il cosiddetto decreto salvabanche del governo Renzi si sono visti ridurre a carta straccia i loro risparmi, avrà con tutta evidenza notato che ci si trovava di fronte non ad una platea di incalliti speculatori finanziari, consapevoli dei livelli di rischio legati alle loro operazioni di investimento, ma ad una platea disperata di onesti lavoratori, messi tutti in un bel sacco.
Artigiani, piccoli commercianti, operai, dipendenti di cooperative sociali, insegnanti e pensionati: tutta gente il cui profilo finanziario è modesto e la cui alfabetizzazione finanziaria è prossima allo zero, suo malgrado, in un contesto reso più grave da un’assoluta mancanza di trasparenza e da conclamate asimmetrie informative. È a questa gente che le banche in questione hanno “consigliato” di convertire i loro sudati ed agognati risparmi in titoli ad alto rischio, le ormai note obbligazioni subordinate, in base ad un rapporto fiduciario instaurato negli anni attraverso relazioni di prossimità tra clienti e funzionari, ordinati ad una modalità di gestione come minimo allegra dei depositi di risparmio e sottoposti ad una “linea di comando” che risale facilmente e direttamente alle volontà ed alle responsabilità del management e della proprietà.
È a quella gente, dunque, che Banca Etruria, nel caso di specie, ha rifilato la carta dell’uomo nero, guardandosi bene dal dichiarare aperto tra di essa il gioco. È questa gente che si è ritrovata senza sedia, letteralmente per terra, quando la musica è finita ed il decreto domenicale del governo ha fatto in modo di salvare la proprietà ed il management, dimenticandosi per strada proprio questi piccoli risparmiatori che nell’aver sottoscritto le obbligazioni subordinate avevano così legato i loro risparmi alle sorti della banca, formandone il capitale in cambio di rendimenti che, nella migliore delle ipotesi, avrebbero aumentato il capitale inizialmente investito. Titoli che a banca fallita ed insolvente hanno perso il proprio valore e che quel decreto ha azzerato, nel mentre ha allietato di musica le orecchie del papà della Ministra Boschi e dei suoi sodali, tutti fatti salvi.
La vicenda di Banca Etruria ci parla di una gestione fallimentare, di bilanci opachi, di intrecci politici ed affaristici da provincia profonda, di alcune responsabilità al vaglio giudiziario, di omessi e ritardati controlli da parte degli organismi deputati a farli, in primis di Banca Italia, e dei silenzi della stessa Consob, allorquando in fretta e furia, qualche mese fa, il governo, con la pessima riforma delle banche popolari, l’aveva d’incanto trasformata da Banca di credito popolare in Società per Azioni, nonostante fosse già noto il suo stato patrimoniale e delle sue perdite e fosse già chiara la sua brutta sorte.
Che di tutta questa situazione i soli che ad oggi ci abbiano rimesso l’osso del collo debbano essere quei piccoli risparmiatori rei di aver riposto un’immeritata fiducia nei confronti della banca che ne ha approffitato, che li ha tratti in inganno e che ha omesso loro informazioni vitali è un’altra vergogna nazionale. È per questa ragione che va sostenuta ogni loro azione volta ad ottenere risarcimento, è per questo obiettivo che invitiamo le associazioni dei consumatori a stringere sulle vie più praticabili e concrete volte ad ottenere piena giustizia, nelle modalità che riterranno più opportune (Federconsumatori ha presentato esposto alla Procura di Perugia), ma, soprattutto, costituendosi come parte civile in qualsiasi procedimento giudiziario in corso e in tutti quelli che dovrebbero avviarsi in futuro, a carico dei titolari e dei responsabili della banca. Fino alle azioni che richiedano maggiori e più certosine verifiche di correttezza e di legalità su tutti i soggetti responsabili nella vicenda presso le Istituzioni di controllo e le Corti europee di giustizia.
Due ultimi, importanti, rilievi. Il primo, politico-economico di carattere generale: ci sono altre 17 banche in Italia di media e piccola entità in una situazione pre-fallimentare. Cosa succederà quando verrà il loro turno, quando sarà peraltro subentrata la nuova normativa europea sul bail-in? Che effetti si avranno sul sistema bancario nazionale. Come si sta preparando il governo a questa eventualità? Come agirà? Che fine faranno i risparmi dei piccoli?
Il secondo, locale: l’azzeramento del risparmio di tanti concittadini e di diverse imprese cade, nel nostro caso, in una situazione già pesantemente segnata dalla crisi economica ed occupazionale, dalla desertificazione industriale, dalla progressione dei fenomeni di impoverimento, aggiungendo avversità ad avversità. Lo stesso cosiddetto salvataggio di Banca Etruria nella modalità di costituzione della new bank non garantisce, in un futuro più che prossimo, il salvataggio dei posti di lavoro e degli sportelli nel territorio. Difficilmente chi subentrerà nella nuova gestione manterrà gli stessi livelli occupazionali e le stesse strutture logistiche attuali. Una prospettiva funesta, ma probabile, che per il nostro territorio rappresenterebbe la perdita di un altro pezzo della sua storia economica e sociale: in pochi hanno in questi giorni ricordato che Banca Etruria incorporò la centenaria Banca popolare di Gualdo Tadino, segnando allora una prima trasformazione del modello economico e finanziario della Città, un’anticipazione, per quanto ci riguarda, di quel che sarebbe di lì a poco avvenuto per l’intero sistema bancario nazionale, un primo assaggio di finanziarizzazione dell’economia reale.
A breve, quindi, ci potremmo trovare al cospetto di un ulteriore colpo all’economia del territorio, con effetti generali a cascata facilmente immaginabili, a partire da un’ulteriore stretta del credito.
Chi fin qui, politico o pubblico amministratore, ha sottovalutato questa situazione e sottovaluta questi effetti, relegando il problema a fatto personale dei piccoli risparmiatori incappati in una brutta disavventura quasi normale perchè anche le poche e diseguali leggi della finanza non ammettono comunque ignoranza, è un irresponsabile completamente fuori dalla realtà. Desta sconcerto il silenzio del Sindaco di Gualdo Tadino all’assemblea di sabato scorso, desta sconcerto il silenzio o la non comprensione piena di questo scenario. Ho avuto modo di leggere il documento finale scaturito dal consiglio comunale aperto dello scorso ottobre sulla grave crisi economica della Città: un concentrato di banalità.
Il combinato disposto dell’evaporazione di quel risparmio e del fallimento di un istituto di credito storicamente legato al territorio rappresenta un pesante macigno sulla via di una ripresa, un disperante aggravio della nostra crisi. Non servono a niente le umilissime invocazioni a occuparsi di noi sussurrate a mezza bocca quando le politiche che ci si riservano sono umilianti e vanno in una direzione ostinatamente contraria al reale bisogno.
È al contrario necessaria una strategia di lungo corso ed una nuova programmazione pubblica che pensi a misure sostanziose di sostegno al reddito, alla conversione e all’utilizzo diretto dei fondi strutturali europei, alla destinazione ed alla finalizzazione delle risorse per le aree interne, ad un piano per il lavoro, ad una rigorosa riconversione dell’accordo di programma volta ad attrarre o sostenere investimenti produttivi veri, ad investimenti pubblici nel welfare, nei servizi e nella sanità (altro che demolizione del Calai e tagli più o meno mascherati!).
Servono politiche coerenti con gli annunci e le rassicurazioni, insomma, di cui si facciano carico il governo e la Regione: ad oggi tutto il contrario di quel che ci è stato dato vedere.
È questa la vertenza che un territorio, le sue istituzioni, le sue forze politiche, economiche e sociali dovrebbero ingaggiare, una volta per tutte. La sola alternativa è l’agonia, l’inedia, il deserto e la valigia del migrante.
Anche perchè quei piccoli risparmiatori e questo territorio non si chiamano banche: se lo fossero, sarebbero già stati salvati…

Gianluca Graciolini

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13 risposte a Il salvabanche, il gioco dell’uomo nero e un territorio umiliato

  1. Carlo Petrozzi scrive:

    Approfitto dell’intervento (era ora!) dell’amico Gianluca per dare una mia opinione su questi fatti. Lo faccio da ex dipendente Banca Popolare Gualdo Tadino, poi Etruria, dipendente pentito di aver a suo tempo favorito (insieme a tutti gli altri dipendenti) la fusione con Etruria. Ma questa è un’altra storia.
    I fatti di questi giorni ci dicono che a danno dei risparmiatori è stata fatta una autentica rapina. Ero presente alla riunione di sabato u.s. al Cinema Salesiani e mi ha particolarmente colpito l’intervento accorato di una signora che tra l’altro diceva: “è come se dei ladri fossero entrati di notte in casa vostra e vi avessero rubato 10-20-50-100 mila euro e vi avessero violentato”. Bene, anzi male, così è avvenuto!
    Poi quando i ladri vengono scoperti e processati allora di regola vanno in galera e così dovrebbe essere per i responsabili di questa truffa. E chi sono i responsabili? Le Banche in questione certamente, poi gli organi di controllo e vigilanza: Banca Italia e CONSOB, a cui si è aggiunto il Governo con un decreto “criminoso”, che ha anche fatto passare il messaggio che trattasi non di incauti risparmiatori ma da “sciocchi” speculatori. Che tristezza!!!!!!!!! Vendere prodotti (titoli spazzatura) come le obbligazioni subordinate è come vendere veleno mortale al supermercato sugli scaffali alla portata di tutti.
    Ricordo infine che questa situazione è molto simile agli scandali Cirio e Parmalat i cui amministratori sono finiti in galera!!!!!!
    E questo cari risparmiatori truffati dovrebbe accadere: alla Procura della Repubblica dovreste rivolgervi, più che a Sindacati o altre Associazioni, che stanno comunque dandosi da fare, per quello che possono.
    Ricordatevi che abbiamo un Governo i cui “grandi capi” hanno forti interessi su questa vicenda e sono ugualmente colpevoli di voluta-mancata sorveglianza.
    E voi credete che possano darvi una mano?
    Pura illusione.

  2. Barbara Bucari scrive:

    Caro Gianluca,
    come sempre condivido molto di ciò che dici e come lo dici, ma mi permetto, in amicizia e con la dialettica politicamente corretta che ha sempre contraddistinto le nostre “disquisizioni”, di darti la mia opinione su alcuni punti del tuo contributo. Condivido a pieno l’analisi sulla situazione drammatica del nostro territorio, situazione nella quale ci troviamo da diversi anni. Una situazione che conta emergenze su molti fronti, emergenze che via via sono diventate fasi di stallo per le quali mi pare ci siano più idee che provvedimenti. Finchè resteremo un territorio di frontiera, isolato sia infrastrutturalmente che politicamente dal sistema economico regionale ma anche da quello politico, vedo difficile, se non impossibile, la risoluzione dei problemi che ci affliggono.
    Dico questo perché da molti anni, troppi anni, non abbiamo voce in capitolo quasi su niente e subiamo le scelte di un governo centrale impegnato a distribuire risorse e servizi in zone diversa dalla nostra. Dalla vicenda Rocchetta, alle questioni sanitarie, a quelle economico produttive finanche a quelle infrastrutturali, siamo stati abbandonati, se non saccheggiati, dalla politica regionale. Sai bene quali sono le mie idee. Al di la della mia appartenenza politica e della mia militanza, sono prima di tutto cittadina gualdese e sono una cittadina gualdese stanca, come tanti, di vedere che per qualcuno tutto è possibile, tutto si fa, per tutti ci sono risorse e per Gualdo non c’è mai niente e se c’è, sono briciole.
    Non entro nel dettaglio delle diverse questioni aperte, anche perché ci vorrebbe troppo tempo e questa non è la sede, ma io mi domando e ti domando, ma se le risorse non arrivano, se i progetti altrove si fanno, se viviamo da anni in crisi e se i gualdesi quando fanno qualcosa ed emergono è solo perché si sono rimboccati le maniche quando non se ne sono andati altrove a lavorare e produrre. Se tutto ciò accade e accade da tanti anni è per una questione di isolamento politico? Perché non ci sono i soldi o semplicemente perché non c’è progettualità da parte nostra?
    Questo credo sia un nodo importante da sciogliere. Se subiamo, se ci troviamo così, dobbiamo domandarci perché e non distribuire colpe a destra e manca tra le parti. E’ chiaro che la politica locale abbia un peso piuttosto sostanzioso di responsabilità, come lo hanno le scelte politico amministrative attuali e passate, ma non è più il momento di dire “c’è la crisi”, anche perché sta diventando quasi retorica, anche perché in questo paese, in molte parti di questo paese, si sta ripartendo. E’ il momento di domandarci e capire perché ci troviamo così e fare uno sforzo di unità per ottenere, per fare, per dare a Gualdo e ai gualdesi delle prospettive, per far sì che questo territorio non si trasformi più di quel che è, in un dormitorio!
    Non si riesce a fare sistema, non c’è unità, lo si vede anche nelle piccole cose. Non c’è una voce che parli a nome di tutti. Cosa vogliono i Gualdesi? Dove sono i Gualdesi quando c’è da lottare per una causa comune?
    Detto questo mi riallaccio al tema principale del salva banche. La mobilitazione, sostanziosa, che si è vista in occasione dell’assemblea di sabato scorso, dovrebbe essere la stessa, anche quando si parla di servizi, sanità, risorse naturali ecc. Ora capisco il dolo ricevuto, capisco che l’interesse personale viene prima dell’interesse comune, ma perché la stessa cosa non accade quando dei lavoratori del nostro territorio perdono il posto, quando un progetto di recupero di una struttura sanitaria come il Calai viene gettato nel secchio dopo anni, quando ci vengono tolte risorse naturali come l’acqua senza avere nulla in cambio?
    Mi dispiace molto per coloro che hanno abboccato al gatto e la volpe di turno che promettevano che mettendo sotto terra i baiocchi questi si sarebbero moltiplicati, ma non mi sento di dire che questa è un’emergenza o se lo è, non lo è più di altre vicende scottanti di questo territorio.
    Certo queste persone meritano ascolto e rispetto. Meritano i riflettori ora, ma per quanto accadrà questo? Mi pare che questa vicenda, soprattutto su Banca Etruria, stia subendo una sorta di strumentalizzazione politica, solo perché c’è il padre della Boschi di mezzo. Chiaro. Ciò non sminuisce, per quanto mi riguarda le responsabilità di chi ha venduto prodotti a rischio, di chi ha spinto per far sì che la gente mettesse dei sudati risparmi in azioni subordinate promettendo facili guadagni, contando sulla fiducia, sui rapporti interpersonali che si instaurano tra cliente e bancario, soprattutto in realtà come la nostra. Ma questa vicenda, come altre, ci dimostra, ancora una volta, che nessuno regala nulla a nessuno e che bisogna diffidare e soprattutto informarsi, sapere quali rischi si corrono. La truffa non sta nell’aver venduto obbligazioni subordinate, sta nell’aver costretto diversi soggetti, a sottoscrivere tali contratti di risparmio in funzione dell’erogazione di mutui per esempio o di fidi. La banca è un soggetto privato che persegue uno scopo privato. La banca offre servizi a pagamento e non ti eroga dei benefici senza avere un tornaconto e se questi benefici per un periodo sono arrivati sui conti correnti di coloro che avevano risparmi a tassi più alti di quelli di altri prodotti meno a rischio, un motivo c’era. Posso capire che in alcuni casi c’è stato il dolo e spero che saranno approfondite le responsabilità di coloro che non hanno correttamente eseguito le procedure d‘informazione sul rischio di questi prodotti, specie a quelle categorie e mi riferisco solo agli anziani, più deboli, meno informate e meno preparate a leggere i fogli informativi scritti in carattere 7. Ma per chi ha accesso ad internet, per chi non fa fatica a leggere o a chiedere informazioni diversamente, per chi ha guardato solo al facile guadagno, detassato tra l’altro, cosa devo capire? Devo sostenere, oggi, che lo stato dopo quello che ha fatto evitando che si attingesse anche alle obbligazioni ordinarie e ai correntisti, deve pure risarcire? A me non sembra giusto. E lo dico senza peli sulla lingua. Perché oggi come oggi, non è possibile non sapere su questa e molte altre cose. Giusta l’iniziativa della federconsumatori, giusta e doverosa e richiesta, ma la politica, lo stato che cosa devono fare? Se lo fanno ora dovranno farlo anche per tantissime altre cose nelle quali un cittadino potrebbe dire: “ma io non lo sapevo!!!”.
    Questa a seguire è la definizione che si può trovare in duemila siti, se si digita in google “obbligazioni subordinate”. “Con la definizione di obbligazioni subordinate ci si riferisce ai titoli il cui rimborso nel caso di liquidazione o fallimento dell’emittente avviene successivamente a quello dei creditori ordinari, comprese le normali obbligazioni definite senior. Le obbligazioni subordinate si distinguono, infatti, dalle altre obbligazioni non in base al tipo di tasso, ma per la tipologia di rischio. Si tratta di titoli con rischio più elevato rispetto a quello delle obbligazioni ordinarie e pertanto sono caratterizzate da un maggior rendimento”.
    E’ chiaro, chi avrebbe mai detto che le banche sarebbero “fallite” o “liquidate” ma tale è stato, perché anche se il decreto si chiama salva banche, quelle banche hanno cambiato nome, è stata creata una black bank per mettere le insolvenze e saranno liquidate. Come lo vogliamo chiamare questo?
    La riflessione è che questa vicenda ci insegna che nessuno di noi, nessuna banca, in questo sistema è al riparo da futuri scenari di questo tipo. La normativa europea, sul bail in, è chiara, molto chiara. Dal primo gennaio, le banche in situazione di sofferenza saranno salvate non con l’intervento dello Stato, ma nell’ordine da: Azionisti, Obbligazionisti Subordinati, Obbligazionisti ordinari e correntisti con depositi sopra i centomila euro.
    Se vogliamo che tali situazioni non si ripetano in futuro, bisognerà rivedere il nostro concetto di Banca e vedere nella Banca un soggetto economico erogatore di servizi con scopo di lucro. Prima di mettere i propri risparmi nella mani di qualcuno, bisognerà capire, per chi non l’ha ancora fatto, costi e benefici di queste operazioni e vedere cosa c’è dietro.
    Detto questo mi auguro seriamente che per alcune categorie ci sarà un cosiddetto sollievo, che gli impegni non vengano meno e sono certa che la battaglia della Federconsumatori porterà alcuni frutti anche se non credo che ci sarà tutto per tutti, ma come al solito, poco, per alcuni.
    Mi auguro infine che in futuro come per questa vicenda, ci sarà lo stesso interessamento e la stessa mobilitazione anche per altre questioni pubbliche critiche del nostro territorio.

    • Giovanni scrive:

      “non abbiamo voce in capitolo quasi su niente e subiamo le scelte di un governo centrale impegnato a distribuire risorse e servizi in zone diversa dalla nostra.”
      Santa verità, cara Barbara, ma se una parte dei gualdesi su ordine del partito continua a votare personaggi di città che atavicamente cercano di inglobarci la colpa è di chi guida il gregge.

      “Non si riesce a fare sistema, non c’è unità, lo si vede anche nelle piccole cose. Non c’è una voce che parli a nome di tutti. Cosa vogliono i Gualdesi? Dove sono i Gualdesi quando c’è da lottare per una causa comune?”
      E no cara Barbara, i gualdesi ci provano vedi Calai, Rocchetta, ecc. ma il Palazzo non gradisce, si arrabbia e minaccia, va diritto per la sua strada, non ascolta nessuno. E’ democrazia?

      “Mi pare che questa vicenda, soprattutto su Banca Etruria, stia subendo una sorta di strumentalizzazione politica, solo perché c’è il padre della Boschi di mezzo.”
      E no cara Barbara questo è quello che che cerca di far passare il Governo con il solito scaricabarile ma la realtà è più grave perché ci sono dei ladri da punire per peculato e circonvenzione.

      Il tuo commento è molto bello ma è solo un esercizio di scrittura perché dire tutto ed il contrario di tutto non porta soluzioni e soprattutto non attribuisce colpe. Colpire tutti per non colpire nessuno!

      • Barbara Bucari scrive:

        Quindi sono tutti incapaci? Io ho detto semplicemente che c’è una buona fetta di soggetti che hanno ricevuto un danno, ma non tutti potevano avere e hanno il diritto di definirsi inconsapevoli. Non ho detto che non ci sono responsabili. Ci sono eccome! Ma non si può sempre montare l’opinione pubblica, per un po di tempo, cercare colpevoli che poi, tra l’altro alla fine non si trovano mai. Alla gente non vanno raccontate bugie per addolcire la verità. Va fatta un’analisi. Capisco che le mie parole in questo momento non sono di facile digestione, ma ribadisco, che dentro al mucchio dei piccoli risparmiatori, bisogna fare i necessari distinguo. 5 milioni di euro per un centinaio ( mi corregga se sbaglio) di risparmiatori solo a Gualdo. Non sono pochi soldi eh, non credo che nessuno di quei “piccoli” risparmiatori che vedevano i loro soldi fruttare interessi sostanziosi, non si sia mai chiesto nulla del perchè. “Ma guarda un po’ quel tonto di mio cognato che tiene i soldi alle poste e non ci prende niente e guarda io che guadagni!!!” Ma possibile che nessuno si sia seriamente domandato come mai??? Ecco io dico che non tutti questi “risparmiatori”, so delle vittime inconsapevoli, almeno lo spero!
        Il commento sulla Boschi è relativo al fatto che noto, come sempre da parte dei media, che si parla principalmente di Banca Etruria, a me importa poco del padre della Boschi, ma mi pare che sia strumentale e dare voce solo a questa vicenda, mi pare anche questo limitato e limitante. Si tende a dare una versione politica dei fatti, a scapito della verità, a danno di tutti. Se devo essere più esplicita lo sono. Il governo a mio giudizio e non solo mio, ha messo una toppa su una situazione che sarebbe stata molto, molto peggio. Sostengo quindi che ci sono vittime e carnefici, ma non mi sento di dividere in giudizio universale i buoni dai cattivi. Questa modalità di fare, pensare e giudicare ha sempre portato a cattivi risultati nel nostro paese, ed è la causa di tante tristi vicende. Ma non spetta certo a me o a noi giudicare. Ci penserà la legge. Per il resto, ribadisco, che se i gualdesi si muovono, allora non si muovono abbastanza o si muovono sempre in pochi non lo so, se poi l’amministrazione “si arrabbia e minaccia”, pazienza, se la gente ci crede si va avanti ( vedi Rio Fergia). La democrazia la pratichiamo nel momento in cui scegliamo chi ci rappresenta. A Gualdo mi pare che ci sia stata una buona alternanza ultimamente a livello politico amministrativo, risultati? Non mi pare di vedere grandi cambiamenti di rotta per la città. Questo era il senso.

  3. Marcello scrive:

    Parlando di Banca Etruria mi intrometto in questa discussione per chiedere chiarimenti sulla vicenda degli immobili di qualche tempo fa e che la vide coinvolta anche in ambito giudiziario. Qualcuno mi saprebbe spiegare cosa é successo e se in qualche modo questa situazione di oggi sia figlia dell’altra?

    Grazie

  4. Monacelli Nadia scrive:

    Se è vero che riusciamo a praticare la Democrazia nel momento in cui scegliamo chi ci rappresenta, è vero anche che questa democrazia finisce nel momento esatto in cui la delega che affidiamo ai nostri eletti, siano essi locali, regionali o nazionali, viene trasformata in una potente arma di potere che va a generare iniquità, ingiustizie sociali, atti e processi illegittimi a vantaggio di potentati ricchi e senza scrupoli.
    Assistiamo, spesso inermi, al continuo calpestio non solo delle regole, ma del più elementare buon senso, perchè abituati dal vizio di una politica stanca, vecchia e morta.
    I cambiamenti di rotta non ce li aspettiamo di certo da questa politica finita. Con gli ultimi atti è stato dato il peggio del peggio sul teatrino per i gualdesi, ma per fortuna ci sono tanti gualdesi che lo hanno capito e sanno andare verso le giuste direzioni con forza d’animo e credendoci fino in fondo, perchè credono dimeritare RISPETTO e GIUSTIZIA!

  5. Francesco Troni scrive:

    Speriamo pure nelle “CORTI EUROPEE DI GIUSTIZIA”!!! È stata proprio l’Europa a volere questo!!! Come possiamo anche solo pensare che ora ci tuteli!!!!

    “SE VOGLIAMO CHE TALI SITUAZIONI NON SI RIPETANO IN FUTURO, BISOGNERÀ RIVEDERE IL NOSTRO CONCETTO DI BANCA”. Un po’ quello che era stato detto da Carlo Alberto Carnevale Maffè a Novembre 2014 (si avete letto bene: Novembre 2014, cioè 1 anno fa!!!) nello stesso luogo in cui, nella giornata di Sabato 5/12/2015, Federconsumatori ha organizzato il suo evento a seguito del decreto in oggetto.
    Più in particolare, Carlo Alberto Carnevale Maffè, disse che era finito il tempo della scelta della banca in base alle amicizie ed alla comodità dovuta al fatto che ci passo davanti tutti i giorni almeno una volta al giorno.

    Anche io, come Barbara Bucari, credo che:
    1 – Nonostante a rimetterci sono stati i cittadini, per una volta la politica ci ha tutelato; infatti se si aspettava l’anno nuovo poteva andare molto peggio perché sarebbe rimasta col “culo per terra” (passatemi l’espressione) molta più gente, senza contare il fatto che quelli fregati attualmente potevano ritrovarsi, oltre che senza risparmi, anche senza conti correnti (anche se per un breve periodo fino al loro rimborso).
    2 – Questa storia sta diventando mediatica, al pari degli immigrati; infatti secondo me viene usata per racimolare voti esprimendo solidarietà ed indignazione con le quali nessuno ci fa nulla; prova tu, se sei capace, a pagare la spesa e le bollette con tutta questa solidarietà e questa indignazione!!!

    Non so se lo avete letto, ma qualche giorno prima dell’evento di Federconsumatori, una certa Rita Castellani ha scritto su tale blog un articolo dal titolo “QUATTRO BANCHE E LA FRETTA DEL GOVERNO”.
    In tale articolo lei scrive (cito testualmente): “IL PASSAGGIO ALLA NUOVA REGOLAZIONE SI COMPLETERÀ A PARTIRE DA GENNAIO 2016: IN UNA FASE DI TRANSIZIONE, COME QUESTA, IN CUI BANKITALIA HA DECISO DI ACCELERARE LA RISOLUZIONE DI QUATTRO PICCOLE, DA TEMPO DISASTRATE, BANCHE ITALIANE (DELL’ETRURIA E DEL LAZIO, MARCHE, CARICHIETI, CARIFERRARA). IL MECCANISMO È QUELLO DELLA BAD BANK-NEW BANK, MA ANCORA CON PARACADUTE: UN FONDO DI RISOLUZIONE PER SUPPORTARE LA LIQUIDITÀ DELLE NEW BANK, ANTICIPATO DAL SISTEMA BANCARIO CHE, NATURALMENTE, DOVRÀ ESSERE REMUNERATO E RESTITUITO. GARANTE? MA CASSA DEPOSITI E PRESTITI, NATURALMENTE, CON IL SUO TESORETTO COSTITUITO DAI LIBRETTI DI DEPOSITO POSTALE, IN LARGA PARTE IN CAPO A PENSIONATI: SE LE NEW BANK NON SARANNO IN GRADO DI REMUNERARE E/O RESTITUIRE LE ANTICIPAZIONI DEL FONDO DI RISOLUZIONE, SARÀ CDP A PAGARE.”
    Tali cose le ha, poi, ripetute intervenendo all’evento di Federconsumatori.
    Come mai nessuno parla di questo?
    Perché se fosse vero tra 18 mesi (tempo entro il quale ho letto da qualche parte che deve essere fatta tale restituzione), il salvataggio di tali banche potrebbe pesare sui risparmiatori che hanno i loro risparmi in Posta.
    E questo è ancora peggio del salvare le banche con la nuova normativa che entrerà in vigore a Gennaio 2016: Infatti si coinvolge gente che non ha rapporti con l’istituto bancario in fallimento, mentre la nuova normativa coinvolge, più eticamente, solo chi ha rapporti con la Banca che fallisce.

    Secondo Gianluca Graciolini, ci sono altre 17 banche in Italia di media e piccola entità in una situazione pre-fallimentare.
    Bene, prepariamoci al fallimento di tutte e 17 dopo l’entrata in vigore delle nuove regole Europee con tutte le conseguenze. E poi facciamo il paragone tra il fallimento di una banca dopo la piena entrata in vigore delle nuove regole Europee, ed il salvataggio “capestro” delle 4 banche oggetto del decreto salva banche effettuato aggirando, se pur parzialmente, le nuove regole Europee.
    Ah, oltre alle 17 di Gianluca, rimettiamoci anche queste 4 appena salvate: La gente, giustamente, non si fiderà più di tali Banche e tenderà ad andarsene (se già cliente) o a non metterci soldi (se non è cliente). E chi è quel pazzo che compra un’azienda senza clienti?

    Ma un risvolto positivo c’è: Da ora in poi, tutti si informeranno prima di dare i loro soldi ad una Banca; anche se fino ad ora c’è stata (forse voluta) poca informazione in merito a tutto ciò.
    Questo fa si che per le banche sarà più difficile fidelizzare i clienti e speculare su di essi come fatto fino ad ora portando a questi risultati.

    Bello sarebbe se, a tali nuove regole Europee, si aggiungesse il fatto che chi causa tali dissesti economici paghi come noi cittadini normali. Rispettando la gerarchia prevista dalle aziende ed i poteri che i vari ruoli hanno all’interno dell’azienda.
    Cosa che, mi sembra di aver capito, non accadrà questa volta perché il decreto salva banche li rende intoccabili.

  6. Gianluca Graciolini scrive:

    Francesco: l’intervento di Rita Castellani, un’economista, l’ho commissionato io e l’ho inviato anche a questo blog. All’assemblea di sabato l’ho invitata io. Pensi che non conosca e non abbia condiviso con lei i contenuti precisi di quel che ha scritto in precedenza e detto all’assemblea?

    • Francesco Troni scrive:

      Mettiamola così: Quando ho letto quell’articolo sono rabbrividito, e la prima cosa che ho pensato è stata “come faccio a verificare se quello che c’è scritto è vero visto che non ho la minima idea di chi sia questa “tizia”?”. Proprio come quando sono stato a sentire Carlo Alberto Carnevale Maffè dove, però, non mi domandavo chi fosse ma piuttosto “quanto ci sarà di vero e quanto, invece, sarà pilotato per togliere clienti alle altre banche?”.
      Per la “tizia”, al di là di chi l’abbia invitata a fare i suoi interventi che ringrazio moltissimo, prendo per un buon accredito il fatto che abbia parlato il 5/12/2015 dando anche delle indicazioni a Federconsumatori i quali, tra le righe, le hanno prese in considerazione se ho ben capito; per Carlo Alberto Carnevale Maffè … i fatti appena accaduti parlano da soli.
      Ora la domanda è la seguente: Continuiamo a “piangere” per i poveri malcapitati per i quali, mi sembra di aver capito, c’è ben poco da fare e, per quel poco che si può fare, si sta dando da fare Federconsumatori, oppure cominciamo ad avvertire anche tutti gli altri cittadini del pericolo che corrono con particolare riferimento a Cassa Depositi e Prestiti, le altre 17 banche in difficoltà e le 4 banche appena salvate?
      Mi spiego meglio: Continuiamo ad occultare le informazioni del tutto, o in parte dandole parzialmente e/o velocemente, come fatto fino ad ora, oppure i problemi li affrontiamo seriamente con una vera campagna informativa a 360 gradi senza tralasciare nulla?
      Già, perché a parte la “tizia” che l’ha tirata fuori e ripetuta ed io che ne ho scritto sul mio precedente commento, mi pare che nessuno, te compreso, è tornato su Cassa Depositi e Prestiti!!! Come dire che si voglia occultare tale aspetto della vicenda non dandogli la giusta importanza. Perché, scusa se lo dico, per tale argomento mi pare tanto che si sta facendo il gioco che hanno fatto le banche fino ad ora con noi risparmiatori e che da ora in poi, grazie a questi malcapitati che io ringrazio dal profondo del cuore, non gli riuscirà più: Quello di non dire tutto o di dirlo velocemente in modo che non ci si possa riflettere su.
      Ma dovevamo arrivare a questo per spezzare questo gioco che si fa, tra l’altro, in moltissimi altri luoghi e non solo nelle Banche?
      Su Gianluca, se proprio vuoi lavorare per noi cittadini, lavora per bene e comincia ad andare contro il sistema. Al pari del Comitato Rio Fergia e della Comunanza Agraria Appennino Gualdese, a livello locale, e del M5S a livello nazionale (ma su quest’ultimo non ne sono così sicuro come lo sono per i 2 enti locali visto che lo seguo solo di striscio).

  7. warriors scrive:

    Quando si tocca il posteriore per rubare nel portafoglio e si sottrae il Dio denaro, allora alzata di scudi da parte di tutti. In modo particolare massima solidarieta’ a chi è stato derubato, anche se questi era consapevole del rischio che aveva accettato pur di lucrare su interessi vantaggiosi…(5 milioni di euro in 100 risparmiatori mi fa riflettere!).
    Quando disinteressatamente si deve lottare per lasciare qualcosa di essenziale per la sopravvivenza delle future generazioni, tutti a guardare dal buco della serratura…
    GUALDO STA AGONIZZANDO E SI TROVA SEMPRE PIÙ EMARGINATA DA PRECISE SCELTE POLITICHE, GENERATE DALL’ALTO, CHE LA STANNO IMPOVERENDO SU TUTTI I FRONTI PER PREPARARE L’AVVENTO DI UNA FUTURA COLLOCAZIONE A FRAZIONE DI UN COMUNE LIMITROFO…
    MEDITATE e reagite gente de Gualdo…
    Dopo aver sottratto ed omaggiato tutte le nostre precarie risorse naturali e storiche, dopo aver affossato l’economia locale ed aver generato disoccupazione, ci stanno togliendo anche l’ORGOGLIO e la DIGNITÀ di chiamarci GUALDESI…

  8. Francesco Troni scrive:

    Caro warriors, solo 3 cose:

    1 – Un tempo l’economia e la sopravvivenza di una comunità erano basate quasi esclusivamente sulle risorse naturali presenti nello stesso luogo in cui la comunità stessa risiedeva; oggi si basano quasi esclusivamente sul denaro il quale, tra l’altro, non viene nemmeno investito nel territorio in cui gli speculatori decidono di speculare.

    2 – 5000000 (5 milioni) di euro in 100 risparmiatori, fa una media di 50000 (50 mila) euro a risparmiatore; non mi sembrano cifre enormi ma piuttosto risparmi di una vita o, quanto meno, di molti anni di lavoro, spero, onesto e duro; lo stesso dicasi per i 100000 (100 mila) euro tirati in ballo da Carlo Petrozzi che mi assomigliano tanto alla liquidazione di una intera vita di lavoro, spero, onesto e duro.

    3 – Interessi vantaggiosi, cosa significa? In media il costo del denaro, che io sappia, si aggira intorno all’1%, quindi suppongo che qualunque percentuale superiore a quella del costo del denaro è vantaggiosa e, generalmente, per quello che ho potuto sentire in giro, tali banche offrono (o offrivano) percentuali non superiori al 10% su base annua; ora a te e Barbara Bucari calcolare i guadagni annui che tali speculatori facevano con queste loro speculazioni e paragonarli a quelli che invece fanno, sempre su base annua, con il loro lavoro, spero, onesto e duro.

    Se volete possiamo aprire una discussione su ognuno dei 3 punti da me esplicitati.

    P.S.: Nessuna delle persone a me particolarmente care non ha perso un solo centesimo nel salvataggio di queste 4 banche, quindi non difendo nessuno ma, piuttosto, cerco di vedere la cosa più obbiettivamente possibile e con la consapevolezza che quello che è toccato a questi poveracci oggi, potrebbe accedere a me domani.

    • warriors scrive:

      Non ho capito dove si vuole andare a parare……Se non erro ho scritto massima solidarietà a chi è stato derubato! Nei miei più reconditi pensieri non ci sarà mai posto per difendere le banche ed i loro criminali operatori! Ho sempre sostenuto, ed ora ancora di più, che sono società a delinquere,legalmente riconosciute e protette nei loro sporchi giochi al massacro di piccoli risparmiatori…..Il mio commento è stato quello di vedere gente inerme verso questo stato di parassitismo e menefreghismo che sta radicandosi nella nostra splendida città a totale beneficio di lobby già ricche e titolate che trovano ampio spazio e consenso nella politica ed il tutto a completo discapito dei normali cittadini costretti a pagare balzelli di ogni sorta…..Ripeto, svegliamoci, abbandoniamo l’indifferenza, è giunto il momento di reagire a certi continui soprusi!!!!!!!

      • Francesco Troni scrive:

        Leggendo la frase da te scritta “IN MODO PARTICOLARE MASSIMA SOLIDARIETÀ A CHI È STATO DERUBATO, ANCHE SE QUESTI ERA CONSAPEVOLE DEL RISCHIO CHE AVEVA ACCETTATO PUR DI LUCRARE SU INTERESSI VANTAGGIOSI…(5 MILIONI DI EURO IN 100 RISPARMIATORI MI FA RIFLETTERE!)”, io ho interpretato che la solidarietà con i derubati ce l’hai fino ad un certo punto, in quanto ritieni i derubati degli speculatori consapevoli e, quindi, in fondo ben gli sta; mentre, in base alla parte tra parentesi, io credo che tu sia convinto che la maggior parte della ricchezza dei Gualdesi era detenuta da questi 100 poveretti.
        Bè, purtroppo non è così per nessuna delle 2 cose: Io non ho rapporti con nessuna delle 4 banche appena salvate eppure anche io, come i poveretti, sto tentando di mettere da parte qualche soldo che spero crescano, se pur lentamente, con il tempo in base a degli interessi riconosciuti su tali soldi (speriamo bene!!!); mentre per la consapevolezza, ritorno col dire quello che ho detto nel mio primo commento, ovvero che c’è stata poca informazione sui rischi di questi investimenti finanziari forse perché faceva comodo che la gente non sapesse (se vuoi, posso anche dirti perché mi ostino a dire così sull’argomento “informazione”).
        Ecco spiegati i punti 2 e 3 del mio precedente commento.

        Per quanto riguarda il punto 1 del mio precedente commento, ti dico che si riferisce al resto del tuo primo commento.
        Sono pienamente d’accordo con te che, oltre al furto di denaro, abbiamo subito, stiamo subendo e continueremo a subire furti di ben altra NATURA; ma insisto col dire che ora la nostra economia è basata quasi esclusivamente sul denaro, quindi se vuoi destare l’attenzione della gente non puoi parlare delle risorse naturali senza legarle necessariamente ad un flusso di denaro che entra nelle tasche di quanta più gente possibile, o non esce più da quelle stesse tasche.
        Mi spiego meglio con 2 domande:
        1 – Quanta gente a Gualdo Tadino trae un vantaggio pecuniario con attività che hanno a che fare in maniera diretta con le risorse naturali come, ad esempio, la vendita dell’acqua, la terra estratta da una cava, un allevamento di bestiame, un terreno dedicato al pascolo per chi alleva bestiame, legna da vendere a vario titolo, un terreno coltivato …?
        2 – Quanta gente a Gualdo Tadino trae un vantaggio pecuniario da attività che non hanno a che fare in maniera diretta con le risorse naturali perché, magari, lavora in fabbrica, in ufficio, in uno studio di consulenza …?
        Comunque, per la soluzione di quest’altro tipo di furto, confido nella Comunanza Agraria Appennino Gualdese con la quale sto tentando, per quello che posso, di collaborare il più possibile.

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